È davvero così semplice a una certa età fare le valigie e salutare mamma e papà? Sarà vero che i giovani riescono a cavarsela senza troppi problemi, o a un certo punto ci si rende conto di essere ancora legati al cordone ombelicale di mammina? E poi, trovare il lavoro della vita è ormai impresa impossibile oppure prima o poi conviene accontentarsi?
Lo scopriremo con i “bamboccioni” di Roberto D’Alessandro, attore, regista e autore romano, nonché fondatore dell’associazione culturale senza scopo di lucro I Picari.
Di ritorno dal grande debutto sul suolo meneghino al teatro Martinitt, che lo scorso anno li ha visti in cartellone accanto alla compagnia di TeAtrio con “E pensare che eravamo comunisti” (commedia che andrà in scena a Cascina Commenda il prossimo 2 febbraio), i Picari saranno in scena sabato 1 dicembre a Cascina Commenda con “Bamboccioni, ovvero che noia il posto fisso” la nuova pièce teatrale scritta e diretta da D’Alessandro che da undici anni produce e distribuisce spettacoli teatrali di intrattenimento con tematiche culturali allo scopo divulgativo. E ancora una volta si parla di un tema sociale molto serio, non ancora risolto nel nostro Paese e del quale le cronache raccontano ogni giorno. L’autore, infatti, affronta in chiave ironica e al tempo stesso drammatica, il grave problema del lavoro e il disperato desiderio di autonomia dei giovani. La crisi economica che stiamo vivendo si ripercuote inevitabilmente anche su coloro che dopo anni di studi universitari si ritrovano con un pezzo di carta in mano e poche possibilità di trovare un lavoro e sistemarsi. Con l’unica prospettiva desolante di rimanere a casa con i genitori all’età di trent’anni.
Nel 2007 l’ex ministro dell’economia Padoa Schioppa li aveva definiti appunto “bamboccioni”, “categoria” stuzzicata anche anni dopo dal ministro Renato Brunetta e recentemente da Mario Monti. Difficile dimenticare il coraggioso commento dell’attuale premier “il posto fisso è noioso” che ha suscitato un coro di polemiche e accese proteste. Che sono proseguite con l’uscita infelice del ministro del Welfare Elsa Fornero che rivolgendosi ai giovani li ha definiti “choosy (schizzinosi, esigenti) nella scelta del posto di lavoro”.
Ecco che la realtà quotidiana di tre “bamboccioni” viene messa a nudo dagli interpreti, Roberto D’alessandro, nei panni di Anton Giulio, Enzo Casertano, nella parte di Gianni Alberto e Giuseppe Alagna, nel ruolo di Antonino. La commedia racconta di un sindaco che per dare una mano a introdursi nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale produttivo della città, mette a disposizione 30 appartamenti a ragazzi laureati che vivono ancora con i genitori, con l’unica di richiesta di dedicare qualche ora alla settimana ai servizi sociali. Succede così che questi “giovani quarantenni” bamboccioni, tre geni nelle materie di competenza, ma assolutamente inadeguati alla quotidianità della vita, si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto. Nasceranno e si accentueranno le comprensibili difficoltà di ognuno fino alla triste scoperta della totale dipendenza dalla mamma! Sul palco anche Maria Cristina Fioretti nelle vesti di Lucida, una prostituta con problemi di alcolismo, e Franco Barbero che interpreta Emidio, un barbone per vocazione. Uno scontro tra le diverse realtà e i disagi sociali, raccontati con sapiente ironia senza tralasciare la drammaticità della condizione di ognuno dei personaggi. Uno spettacolo originale condito da battute e gag esilaranti e da situazioni grottesche che lascerà spunti di riflessione sulla nostra società.
Appuntamento a sabato 1 dicembre alle ore 21. Cascina Commenda, via Amendola, 3. Ingresso da 13 a 15 euro. Info e prenotazioni: 02-2137660. Mer-sab dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18. www.spazioteatrio.it.