Proiezione speciale, venerdì 14 marzo al cinema di San Felice. Ci sarà infatti un “red carpet” tutto segratese per presentare il film in sala alle 21.15 “Il capitale umano” di Paolo Virzì, con due degli attori che recitano nella pellicola del regista toscano: sono i gemelli Francesco e Alberto Ricchi, sanfelicini doc, al loro debutto sul grande schermo nei ruoli di Fabiano e Alessandro Crosetti. Riparte quindi con verve la stagione cinematografica del Sanfelicinema, dopo una lunga pausa estiva, prolungata da problemi burocratico-amministrativi, e la successiva riapertura il 6 marzo scorso con l’acclamato “American Hustle”, candidato a 10 premi Oscar.
I fratelli Francesco e Alberto Ricchi hanno recitato nel film di Virzì
Fratelli nella vita e al cinema, i due giovani, che compiranno 18 anni ad aprile, saranno ospiti speciali all’inizio della proiezione per raccontare la loro prima esperienza dietro alla macchina da presa, nel film tratto dal romanzo omonimo dell’americano Stephen Amidon e ambientato in Brianza. Due ragazzi dinamici, solari e simpatici, che forse anche grazie a queste qualità sono riusciti a conquistarsi la parte: e, certo, trovare due gemelli con determinate caratteristiche, tanto facile non sarà stato, per chi si è occupato del casting, cioè di reclutare gli attori. «Siamo venuti a sapere che cercavano dei gemelli con accento lombardo, alti, biondi, dai 16 ai 25 anni, tramite una nostra amica, che frequenta un liceo a indirizzo cinematografico. C’era un annuncio in bacheca – ha spiegato Francesco – Abbiamo chiesto a nostra mamma ed era tutta entusiasta. Ci siamo detti: perché no?».
Il film in sala stasera al Sanfelicinema
La loro avventura è cominciata così, con una mail inviata in risposta all’annuncio e una foto («Fatta male, da noi, col cellulare», sorridono). Poi il provino con l’aiuto regista Miguel Lombardi a Milano, nella sede della casa di produzione, tra novembre e dicembre 2012, e quindi il vuoto. Finché… «Me lo ricordo ancora, perché ci hanno chiamati proprio il Giorno della Memoria per dirci che ci avevano presi, mentre eravamo a un evento con la scuola e mi è squillato il cellulare», racconta Alberto. Le scene in cui hanno recitato sono state girate in una villa brianzola e alla scuola tedesca di Milano, tra febbraio e aprile 2013: per loro, in tutto, sono state circa 5 le giornate sul set. «Ci svegliavamo molto prima che per andare a scuola – dice Alberto – Per la scena corale della festa ci sono voluti 2-3 giorni di riprese, dalle 8 alle 20. Per la prima volta, abbiamo avuto a che fare con un vero turno di lavoro». Ma la cosa strana, per due esordienti che non avevano mai recitato prima, è stato abituarsi a un mondo di finzione: «Il lavoro dell’attore è diverso, vai a pescare tra sentimenti che devi tirare fuori. Quando devi far finta di essere qualcuno che non sei è difficile, dover parlare con persone che non conosci dicendo cose che non pensi. Lui ad esempio – ha detto Alberto riferendosi al fratello – dice battute razziste che nella realtà non farebbe mai. Quando sei sulla scena e stai focalizzando cosa fare, sei circondato da un sacco di gente, truccatori, sarte, suggeritori nascosti dappertutto, anche sotto i tavoli. E poi la telecamera, che c’è e non c’è ma te la devi dimenticare».
Col regista Paolo Virzì il rapporto è stato buono: «Lui ha questa dote, di saperti guidare e farti capire cosa devi fare, incanalarti in un percorso. Per questo ha scelto gente che non ha mai recitato, ha giocato molto su questa cosa», racconta Francesco. Tra le amicizie nate sul set con le comparse e con gli altri attori più giovani (inarrivabili i professionisti), il bilancio è stato positivo: «Un’esperienza davvero bella – ha concluso Francesco – è stato divertente, anche perché abbiamo conosciuto un mondo nuovo, come quello del cinema, molto chiuso e particolare. Nessuno sa cosa faccia davvero il famigerato direttore della fotografia! Comunque un altro film lo farei molto volentieri». E c’è anche un certo orgoglio: «Sono fiero di aver partecipato a un film italiano che non è il solito cinepanettone o commedia stupida – ha sottolineato Alberto – Abbiamo rivisto nel film l’ambiente in cui ci ritroviamo tutti i giorni, ragazzi della nostra età non hanno interessi oltre le ragazze e cosa fare il sabato sera». Invece loro suonano insieme in una band, e hanno già idee chiare per il futuro: studiare giurisprudenza, Francesco, e la musica come professione per Alberto. A meno che, nel frattempo, non diventino star del cinema…